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LA FARINA, VICO MARTINO
Martino La Farina fu Abate dell’Abbazia di Santa Caterina nel periodo del Riscatto della Città di Linguaglossa al Regio Demanio. Le notizie della vita dell’Abate palermitano vengono tratte dal libro Siciliae Sacrae di Vito Maria Amico, libro quarto, parte seconda, pag. 214, Catania 1733. - VII Martinus la Farina ex Marchionibus Maduniae nobilis Panormitanus, vir omnigena eruditione refertissimus, hanc obtinuit Abbatiam, electus ab eodem Horatio Principe ex Tab. Joannis Francisci Sclafano die... 1624. At contra ipsum Benedictus Noceti tanquam Provisus Apostolicus litem intendit; afferebat enim jus electionis ad Sedem Romanam fuisse devolutum, ob Patroni negligentiam. Exagitata tamen causa, Martinus institutionem die 29 Octobris, & possessionem est affectus. De eo nos in notitia S. Luciae de Milatio, cujus etiam fuit Abbas, & Mongitore laudatus in Sicula Bibliotheca tom. 2. fol. 53. ubi eundem laudibus exornat.
LA GUZZA, VICO FRANCESCO
Le poche notizie su Francesco La Guzza le dobbiamo all’Amico: memorant cives illustrem virus Franciscum Laguzza ex Ordine Carmilitano, qui doctrina eximius, sed sanctis moribus praecipue ornatus effulsit. Rexit pluries provinciam, quo in munere egregie se commendavit. Era certamente Priore dei Carmelitani nel 1675. Come incerto è l’anno della nascita, così incerto è l’anno della morte; la quale fu cantata dal Notaro Copani nel suo Transito di Mastro Francesco La Guzza, poesia che andò perduta.
LA TORRE, VIA PIO
Deputato nazionale del Partito Comunista, era da appena otto mesi diventato segretario regionale del P.C.I. quando, il 30 aprile 1982, alle ore 9.20, mentre si recava nella sede della federazione regionale, venne ucciso insieme al suo autista e amico Rosario Di Salvo di 35 anni. L’onorevole Pio La Torre aveva 54 anni, era un uomo di vecchio stampo nonostante fosse ancora giovane; veniva dalle lotte rurali, dall’occupazione delle terre, era un personaggio tutto di un pezzo, un politico incorruttibile e severo. Una personalità così intransigente, diventata guida del maggiore partito di opposizione in Sicilia, doveva turbare certamente troppi equilibri. Pio La Torre diede un forte impulso per il recupero del P.C.I. uscito da poco con le ossa rotte dalle ultime regionali; non era certo tipo da consentire patteggiamenti sotto banco con gli altri schieramenti politici. Aveva da poco intrapreso una lotta ad oltranza contro la base di Comiso, aggregando un forte movimento popolare. È forse quì la chiave di lettura del suo omicidio; la sera del suo omicidio piomba a Palermo, per coordinare le operazioni di polizia il gen. Dalla Chiesa, insediandosi anzi tempo in Prefettura. Pio La Torre aveva fatto della lotta alla criminalità organizzata uno dei suoi cavalli di battaglia.
LAURIA, VIA RUGGERO DI
Nel contesto di una rivisitazione del nostro passato a Ruggero di Lauria, signore di Linguaglossa, non può non riservarsi una dignitosa collocazione nel tessuto toponomastico. Nato probabilmente in Calabria verso il 1254 da Bella, nutrice di Costanza di Svevia, fu uomo di mare. Tenne in Aragona importanti uffici pubblici. Accompagnò Pietro III nella sua spedizione in Sicilia. Riportò, nelle acque di Malta, una prima grande vittoria sugli Angioini (1283) e l’anno dopo sconfisse e fece prigioniero lo stesso principe angioino Carlo (il futuro Carlo II). Successivamente, avendo con gli stessi Angioini stipulato una tregua, cadde in disgrazia dei Siciliani, contro i quali entrò in aperta e lunga lotta. Dopo la pace di Caltabellotta Ruggero di Lauria, ritiratosi in Catalogna, vi morì nel 1304, carico di onori e di ricchezze. Che Ruggero di Lauria sia stato signore di Linguaglossa lo dimostra un diploma del 25 Gennaio 1285 (MSS. della Biblioteca Comunale di Palermo, Q. q. G. 1, pag. 147) in cui i titoli di Ruggero sono così elencati: Ammiraglio di Aragona e di Sicilia, Signore di Castiglione, Francavilla, Novara, Linguagrossa e Tremestieri.
LAVINA, VIA
Si veda la descrizione di Vico Germaniera.
LECCI, VICO DEI
Pianta tipica del bosco etneo, costituisce boschi e boscaglie su vecchie colate laviche, in arbusti isolati colonizza lave recenti.
LENZE, VICO DELLE
Lenze sta per strisce di pineta. Si veda lenza dei faggi, dei pini e delle betulle.
LIBERTÀ, VIA
L’attuale denominazione sembra riproporre la devozione alla libertà, quella che i linguaglossesi ottennero dalla servitù feudale o che l’umanità soggetta rincorre da un capitolo all’altro della storia. Una comunità come quella linguaglossese, per tanti anni serva di male signorie, non può cancellare dalla propria toponomastica un nome che riassume il significato di preziose battaglie.
LIPARI, VICO FRANCESCO
Scrisse l’opera Vita, miracoli e salutazione di San Rocco Confessore Protettore della Città di Linguaglossa, a cura del deputato della festa e della nuova Chiesa Lipari Francesco. Alla vita del Santo seguono delle riflessioni. L’operetta contiene anche delle notizie storiche sulla chiesa di San Rocco.
LODI, LARGO DELLE
Le lodi a Sant’Egidio, scritte probabilmente dal Sac. Francesco Pafumi, ci cantano la benevolenza del nostro Santo patrono verso Linguaglossa: Bruciavi, o Patria/ tre secoli sono/ e il Santo patrono/ quel fuoco smorzò.
LOMBARDO RADICE, VIA GIUSEPPE
(Catania 1879 - Cortina d’Ampezzo 1938) - Pedagogista tra i più noti, collaborò con Gentile alla riforma della scuola e fu direttore generale delle scuole elementari del regno. L’infanzia ebbe in lui uno studioso appassionato e un valido inventore di strategie educative.
LO PRESTI, VIA SALVATORE
Nacque a Linguaglossa il 4.5.1926, da Santo e Venera Gullo, si laureò in medicina nel 1952. Dopo il servizio militare dal quale uscì con la nomina di Capitano Medico, rientrò a Linguaglossa dedicandosi con spirito quasi evangelico alla professione. Nominato Direttore Sanitario dell’Ospedale San Rocco con spirito di abnegazione si dedicò al miglioramento dell’Ospedale il quale non era altro che una semplice infermeria, con grandi sacrifici riuscì in pochi anni a creare una struttura moderna dove la popolazione ebbe la possibilità di essere visitata e curata nei vari ambulatori, sorti miracolosamente dal nulla, da specialisti competenti ed affermati. Il vecchio ed inesistente Ospedale si trasformò da anonima infermeria e ricovero di poveri derelitti in moderna ed operosa struttura ospedaliera. Pochi giorni prima della sua scomparsa il Lo Presti era stato nominato Coordinatore Sanitario della U.S.L. 38. Il 25 gennaio 1983 il dottore Lo Presti morì nel “suo” Ospedale.