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VALLE FLAVIANA, VICO
E’ così chiamata parte della valle del Rodano, dove si stabilì Sant’Egidio per fuggire la fama di santità che lo circondava. Qui il Santo si sarabbe nutrito miracolosamente del latte di una cerva che veniva a trovarlo. Attorno al Monastero Benedettino che fondò e di cui fu il primo Abate sorse la città di Sain-Gilles.
VECCHIETTA, VICO DELLA
Si veda la descrizione di Via del Miracolo.
VECCHIO, VIA SIGNORINO
L’Ospedale S. Rocco (il titolo è recente e gli proviene dalla vicinanza della antica Chiesetta) è stato fondato nei primi anni del XVII secolo. Il linguaglossese Signorino Vecchio, con testamento del 18 Maggio 7 Ind. 1609, ricevuto dal Notaio Giovan Francesco Indelicato, dettava le sue ultime volontà, e, compreso dei bisogni dei suoi poveri concittadini, legava duecento onze del suo patrimonio per l’istituzione dell’opera pia. Item lo predetto - si legge in quel memorabile testamento - voli et comanda alli suoi Heredi universali che fra termini di anni quattro del giorno della sua morte innanzi da contarsi, habbiano e debbiano di pigliare onze duecento sopra la detta eredità ad effetto con quelli comprarni onze venti di rendita a nome dello suddetto Hospitali come di sopra a Dio piacendo da fabbricarsi per detti procuratori o giurati di questa Terra: quali onze venti di rendita come di sopra da comprarsi, debbiano servire per substentamento et mantenimento dello predetto Hospitali... itacchè se infra il detto termine di anni quattro... il detto Hospitali non sarà completo et fatto in ordine per alloggiamento delli Poveri e delli Pellegrini che passeranno da questa predetta Terra, in tal caso dette onze duecento si abbiano da pagarsi et applicarsi alla fabrica del Convento dei Cappuccini in questa Terra a Dio piacendo da fondarsi... et questo per Dio, l’anima et remissione dei suoi peccati imperocchè cossì ha voluto et li ha piaciuto et piace di fare, e non altrimenti nè in altro modo.
VENTIQUATTRO MAGGIO, VIA
La denominazione ci ricorda l’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale.
VESPRI SICILIANI, VIA DEI
Si veda la descrizione di Villa dei Vespri Siciliani.
VESPRI SICILIANI, VILLA DEI
Durante le feste di Pasqua del 1281 ebbe inizio la rivoluzione che liberò la Sicilia dalla mala signoria degli Angioini. Dalla celebre Guerra del Vespro di Michele Amari riportiamo la famosissima pagina: Il Martedì, 31 marzo 1281, a vespro, per uso e religione, i cittadini alla chiesa traevano, ed eran frequenti le brigate; andavano, alzavano le mense, sedevano a crocchi, intrecciavano lor danze; fosse vizio o virtù di nostra natura, respiravan da ‘rei travagli un istante; allorchè i famigliari del giustiziere apparvero, e un ribrezzo strinse tutti gli animi. Con l’usato piglio veniano gli stranieri a mantenere, dicean essi, la pace. A ciò mischiavansi nelle brigate, entravano nelle danze, abbordavan dimesticamente le donne; e qui una stretta di mano; e qui trapassi altri di licenza, alle più lontane, parole e disdicevoli gesti. Onde, chi pacatamente ammonilli se ne andassero con Dio senza far villania alle donne, e chi brontolò; ma i rissosi giovani alzarono la voce sì fieri, che i sergenti dicean tra loro: “Armati son questi ribaldi, che osan rispondere”; e però rimbeccarono ai nostri più atroci ingiurie; vollero per dispetto frugarli indosso se portasser arme; altri diede con bastoni o nerbi ad alcun cittadino. Già d’ambo i lati battean forte i cuori. In questo, una giovane di rara bellezza, di nobil portamento e modesto, con lo sposo, coi congiunti avviavasi al tempio. Droetto, francese, per onta o licenza, a lei si fa come a richiedere d’armi nascose; e le dà di piglio; le cerca il petto. Svenuta cadde inbraccio alls sposo; lo sposo soffocato di rabbia: Oh moiano, urlò, moiano una volta questi francesi! Ed ecco dalla folla che già traeva, si avventa un giovane: afferra Droetto, il disarma, il trafigge; probabil è ch’ei medesimo cadesse ucciso al momento, restando ignoto il suo nome e l’essere, e se il movesse amor dell’ingiuriata donna, impeto di nobil animo, o altissimo pensiero di dar via al riscatto. I forti esempi, più che ragione o parola, i popoli infiammano. Si destaron questi schiavi dal lungo servaggio: Muoiano i francesi! Gridarono; e il grido, come voce di Dio, dicon le storie de’ tempi, echeggiò per tutta la campagna, penetrò tutti i cuori. Cadon su Droetto vittime dell’una e dell’altra gente e la moltitudine si spande, si serra: i nostri con sassi, bastoni e coltelli disperatamente abbaruffavansi con gli armati da capo a piè: cercavanli, e seguivano orribil casi tra gli apparecchi festivi e le rovesciate mense macchiate di sangue.
VIGNAZZA, VIA
Mentre per i Vignitti si è usato il diminutivo qui si ha l’accrescitivo di vigna. Forse era una grande vigna di qualche cappeddu che i contadini disprezzavano usando l’accrescitivo.
VIGNITTI, VIA
Perchè Vignitti e non Vigni? Il diminutivo frequentissimo sempre in siciliano (mischineddu, nnuzzinteddu) così come fu frequente nell’italiano antico ha quì certamente un valore affettivo. Ma c’è anche chi pensa al minuto frazionamento della proprietà e chi vuole che il diminutivo sia stato originato dalla scarsa produttività della vite sulle sciare che lambiscono il torrente San Leonardo.
VIGNITTI, PIANO
Si veda la descrizione di Via Vignitti.
VIOLA, VIA
È popolarmente conosciuta come ’a manedda ’a viola, dove il toponimo viola si riferisce a qualche proprietario di case nel quartiere
VITTORIO VENETO, VIA
Comune della provincia di Treviso. Vi si combattè nella I^ Guerra Mondiale la battaglia decisiva fra il 24 ottobre ed il 4 novembre 1918 che si concluse con l’armistizio di Villa Giusti che precedette di pochi giorni la fine della Guerra Mondiale e il definitivo sfacelo dell’impero austro-ungarico.
VOLTA, VIA ALESSANDRO
Nacque a Como il 18 Febbraio 1745, morì il 5 Marzo 1827. Uomo di grande ingegno, passato alla storia per l’invenzione della pila.
VULCANO, VICO
Si veda la descrizione di Via Mongibello.